Il Giappone è famoso per essere uno dei paesi più sicuri del mondo, con una bassa incidenza di reati gravi e una prevalenza di furti rispetto ad altri tipi di crimini. Ma, come in tutto il mondo, anche qui accadono omicidi gravi e quello di cui andremo a parlare oggi è un caso inquietante ed irrisolto.
L’omicidio della famiglia Miyazawa ha scosso il Giappone, che ancora oggi cerca risposte e un volto per l’assassino, mai identificato.
La famiglia Miyazawa era formata da quattro membri: il padre, Mikio Miyazawa, la madre, Yasuko, e i due figli, una bambina di otto anni di nome Niina e un bambino di sei anni di nome Rei. La famiglia viveva nel quartiere di Kamisoshigaya a Setagaya, ad ovest di Tokyo, in una villetta divisa a metà, dove in una parte risiedeva appunto la famiglia Miyazawa, mentre nell’altra abitava la madre di Yasuko, Haruko. Fu proprio quest’ultima che trovò i corpi della famiglia alle 10.40 del 31 dicembre 2000. Mikio, Yasuko e Niina perirono a causa di ferite da taglio, mentre il piccolo Rei fu strangolato.
Secondo le ricostruzioni della polizia, il killer entrò arrampicandosi fino alla finestra del bagno al primo piano sul retro della casa. Ci sono molte versioni su quello che accadde durante quella notte, ma la polizia fu certa che il primo a soccombere fu il piccolo Rei, attaccato nel suo letto mentre dormiva. A quel punto Mikio, che era al piano di sotto a leggere delle email di lavoro, sentendo dei rumori salì e si trovò faccia a faccia con l’aggressore, armato di un lungo coltello da sashimi. Iniziò quindi una colluttazione che purtroppo si concluse con Mikio morto sul fondo delle scale, a seguito delle numerose ferite ricevute. Le ultime ad essere aggredite furono Yasako e la piccola Niina, che perirono per le numerose ferite inferte. Le ferite su Yasako e Niinaerano più profonde di quelle su Mikio, suggerendo che l’aggressore provasse odio per le donne.
Dai rilievi si scoprì che l’assassino non lasciò la casa subito dopo gli omicidi, ma rimase all’interno di essa dalle 2 alle 10 ore, durante le quali si curò le ferite con il kit del pronto soccorso della famiglia, usò il bagno senza tirare lo sciacquone, rovistò tra i cassetti e mangiò e bevve diversi alimenti e bevande presenti nella casa. Lasciò dietro di sé molti indizi, tra cui i suoi vestiti e un coltello. La grande quantità di materiale genetico fece pensare alla polizia che il caso si sarebbe risolto in poco tempo. Ma dall’analisi del DNA non risultarono riscontri nel database. Quindi il soggetto non aveva commesso altri reati prima di questo.
La polizia delinea il profilo dell’assassino come un uomo dall’età compresa tra i 15 e i 35 anni, atletico abbastanza da arrampicarsi fino alla finestra del bagno e abbastanza magro e alto da indossare una cinta del marsupio e delle scarpe da ginnastica di marca non vendute in Giappone.
Nonostante sia stato divulgato il profilo, nessuno riuscì ad identificare il colpevole. Due dei capi di abbigliamento lasciati nella casa si rivelarono utili alla polizia: le scarpe e il marsupio. Le scarpe erano della marca Salzenger, taglia 41, non in vendita in Giappone, ma in Sud Corea, suggerendo che il sospetto doveva aver viaggiato o vissuto in Corea. Il marsupio venne venduto non solo in Giappone, ma anche negli Stati Uniti. All’interno della borsa vennero trovati diversi oggetti, ma la cosa più importante fu della sabbia, proveniente da Los Angeles, California.
Dal DNA si scoprirono dei tratti genetici dell’assassino. Dalle analisi venne scoperto che la madre del soggetto aveva origini del Sud Europa e il padre proveniva dalla zona Est Asiatica. Il DNA contiene un marker che è presente in 1 su 13 Giapponese, 1 su 10 Cinesi, e 1 su 4 Coreani. Si susseguirono molte teorie, ma ancora ad oggi questo caso non ha mai trovato una soluzione.
Il caso irrisolto della famiglia Miyazawa continua a rappresentare uno dei misteri più oscuri e scioccanti della criminalità giapponese. Nonostante gli sforzi della polizia e l’attenzione dei media, l’identità dell’assassino rimane sconosciuta e il caso rimane aperto, lasciando ancora molti interrogativi senza risposta. La tragedia continua a suscitare interesse e speculazioni, ma per ora, la verità rimane nascosta.