Nel paese delle automobili ibride, dei robot avanzati e dei treni ad alta velocità, il Giappone si erge come uno dei leader mondiali nell’innovazione tecnologica. Tuttavia, nonostante le innumerevoli innovazioni che hanno definito il panorama tecnologico giapponese, esiste ancora un apparato tecnologico apparentemente anacronistico che persiste nel quotidiano degli uffici e delle case giapponesi: il fax.
Mentre nel resto del mondo i fax hanno ceduto il passo ai computer personali e alle email, rimanendo un ricordo nostalgico degli anni ’80 e ’90, in Giappone questi strumenti sono ancora ampiamente utilizzati, soprattutto in ambito lavorativo, tanto da essere una componente essenziale del tessuto sociale ed economico del paese. Ma perché?
Una delle ragioni principali risiede nell’età. Con oltre il 29% della popolazione giapponese sopra i 65 anni, molti anziani, ancora attivi nel mondo del lavoro, che utilizzano i fax fin dagli anni ’80 non vedono motivo di cambiare le loro abitudini consolidate. Inoltre, alcuni di loro potrebbero avere difficoltà nell’imparare ad utilizzare i computer e preferiscono quindi continuare a utilizzare strumenti che già conoscono e sanno usare. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere il fatto che le email, comunemente scritte in romanji (alfabeto occidentale), possono risultare meno intuitive per coloro che non sono completamente a proprio agio con l’alfabeto occidentale, specialmente considerando che il giapponese utilizza principalmente caratteri ad ideogrammi. Questo potrebbe rendere più difficile per gli anziani imparare a utilizzare le email in modo efficace.
Un’altra ragione è la sicurezza. I fax vengono trasmessi attraverso linee telefoniche e quindi sono considerati più sicuri rispetto alle email, che possono essere soggette a hacking e violazioni della privacy.
Ma forse il motivo più significativo è l’ancoraggio alle pratiche tradizionali e alla documentazione cartacea. Molti uffici e aziende giapponesi mantengono ancora documenti su carta e utilizzano sigilli personali, chiamati hanko, al posto delle firme. Gli hanko sono sigilli personalizzati che vengono utilizzati per autenticare documenti ufficiali e contratti. Per firmare un contratto o un documento ufficiale in Giappone, è necessario utilizzare un hanko. I fax sono quindi utili perché possono essere timbrati con un hanko e conservati come documento cartaceo.
Nel 2021, il ministro del governo giapponese Taro Kono ha cercato di porre fine all’uso sia degli hanko che dei fax negli uffici governativi. Tuttavia, centinaia di uffici governativi hanno dichiarato che eliminare l’uso dei fax sarebbe “impossibile”.
Nonostante ciò, c’è stata una certa evoluzione. Durante la pandemia di coronavirus, l’uso dei fax scritti a mano da parte dei centri sanitari è stato criticato per richiedere troppo tempo, e il ministero della salute ha acconsentito a introdurre un nuovo sistema online.
Sebbene il Giappone sia universalmente riconosciuto per la sua eccellenza tecnologica, questa persistente dipendenza dai fax dimostra che, in alcuni settori, il paese è ancora ancorato alle pratiche del passato. Tuttavia, con l’avanzamento delle iniziative digitali e la crescente consapevolezza delle inefficienze legate all’uso dei fax, il Giappone sta gradualmente muovendosi verso un futuro più digitale, anche se a passi più lenti rispetto alle sue controparti globali.
Questo fenomeno riflette il paradosso dell’innovazione giapponese, dove un paese potenzialmente innovativo si scontra con una popolazione metodica e resistente al cambiamento, specialmente quando si tratta di adottare nuove tecnologie. Mentre il Giappone continua a progredire verso la digitalizzazione, è evidente che i cambiamenti avvengono con più lentezza, ma con una determinazione costante a mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione.