Negli ultimi anni, il Giappone ha affrontato un preoccupante aumento dell’assenteismo scolastico. Nel 2022, il Ministero dell’Educazione, Cultura, Sport, Scienza e Tecnologia ha stimato che il numero di bambini che non frequentano regolarmente le lezioni arriva a circa 300.000. Una situazione preoccupante che non coinvolge solo i giovani, ma che impatta anche sui genitori.
Ma perché si è venuto a creare questo fenomeno? Le cause sono molteplici e complesse. Tra le principali si evidenziano problemi di salute mentale, come ansia, depressione e stress, dovuti alla pressione scolastica. Anche la problematica del bullismo aggrava la situazione: molti bambini preferiscono evitare di recarsi a scuola per rimanere a casa, dove si sentono inevitabilmente più sicuri. Altri soffrono per difficoltà accademiche, mentre altri ancora non ricevono supporto da un ambiente familiare stabile. Tutto questo contribuisce ad aggravare la stabilità emotiva di molti di questi bambini, che perciò preferiscono evitare l’ambiente scolastico.
Un elemento cruciale emerso da un sondaggio condotto da Sozow Co. è la mancanza di supporto e di informazioni chiare da parte delle scuole. Molti genitori si sono dichiarati frustrati per la scarsa comunicazione riguardo a servizi di consulenza e alternative educative, il che ha amplificato il loro stress e la loro ansia. Ad ottobre di questo anno, il sondaggio ha rivelato che circa il 18,7% dei genitori ha dovuto lasciare il lavoro per prendersi cura dei propri figli, e oltre la metà ha segnalato sentimenti di depressione e solitudine.
Il professore associato Teppei Sekimizu della Meiji Gakuin University sottolinea l’importanza di un supporto adeguato per i genitori, non solo per i bambini, da parte delle scuole. Per ovviare al problema, è fondamentale che si offrano percorsi educativi alternativi, come le scuole private e l’istruzione domiciliare.
Il Giappone deve trovare un modo per ovviare all’assenteismo scolastico. È sarà necessario un impegno collettivo da parte di scuole, famiglie e della società per affrontare questa crisi e garantire che ogni bambino riceva l’istruzione di cui ha bisogno.