Un feuilleton in salsa peplum incrociato con effetti speciali (grandiosi, per carità) che pescano a piene mani dalla più sofisticata cinematografia fantasy: Il Gladiatore II, sequel dell’iconico film del 2000 diretto da Ridley Scott debutta nelle sale oggi, 14 novembre. Ma dubito che si ritaglierà un posto nella storia della cinematografia mondiale come il precedente.
Diretto ancora una volta da Ridley Scott su una sceneggiatura di Peter Scarpa, si svolge 25 anni dopo la morte di Massimo Decimo Meridio, ruolo che all’epoca elesse Russel Crowe nell’olimpo delle superstar mondiali. E poiché era davvero difficile imbastire un sequel data la morte del protagonista, si avvale di libertà storiche e narrative per utilizzare il più classico degli stratagemmi: l’esistenza di un figlio, Lucio.
Lucio, in realtà, nel primo film è figlio della sola Lucilla (Connie Nielsen, che riprende il suo ruolo nel sequel) perché, come sappiamo, la moglie e il bambino di Massimo sono stati fatti uccidere a causa del complotto ordito da Commodo (lo interpretava Joaquin Phoenix) che dava il via alla narrazione.
Fatto sta che Il Gladiatore II apre venticinque anni dopo con Lucio ormai uomo – lo interpreta Paul Mescal – che Lucilla ha fatto fuggire da bambino dopo la morte di Massimo (a tutti gli effetti figlio dei due) e cresciuto da solo in Numidia. Il karma di suo padre tuttavia incombe: la città in cui vive viene attaccata e conquistata dai romani guidati dal generale Acacius (Pedro Pascal), la sua bella moglie barbara uccisa e lui finisce schiavo.
Guidato dal desiderio di vendetta e grazie al suo valore nei combattimenti in arena – c’è una grandiosa scena, tutta effetti speciali, in cui affronta e uccide un babbuino – viene comprato dal perfido liberto Macrinus (Denzel Washington) e portato a Roma per esibirsi di fronte ai folli imperatori gemelli Geta e Caracalla (Fred Hechinger e Joseph Quinn).
Lì ritroverà sua madre, la quale nel frattempo si è risposata con Acacius che in fondo non è cattivo come sembra, e sarà implicato in un intrigo politico ordito ai danni degli imperatori. Ma, soprattutto, combatterà come gladiatore nel Colosseo.
Con un finale che non spoileriamo.
Data la poca consistenza della trama, il pregio del film sta tutto nella grandiosità della sua esecuzione, che utilizza migliaia di comparse e intere parti dell’antica Roma ricostruite in esterni ed interni, con spettacolarissime scene di battaglie, movimenti di navi ed eserciti, combattimenti tra gladiatori e animali e perfino un’incredibile battaglia navale nel Colosseo allagato con tanto di squali.
«La popolarità del Gladiatore ha continuato a crescere negli anni» ha raccontato Ridley Scott. «Il film è rimasto nella mente del pubblico. Sapevo che avremmo dovuto prendere in considerazione un seguito, ma ci sono voluti anni per capire quale sarebbe stata la storia». E spiega di aver pensato di affidare il ruolo del protagonista a Paul Mescal, dopo averlo visto nella serie televisiva Normal People. «Mi sembrava un attore molto solido e intelligente, quasi un incrocio tra Richard Harris e un giovanissimo Albert Finney. Mentre la sceneggiatura iniziava ad evolversi, continuavo a pensare a lui. Sapevo che era un ottimo interprete di teatro, il che per me è un vantaggio».
L’articolo <i>Il Gladiatore II</i> debutta al cinema proviene da IlNewyorkese.
– di Elisabetta Colangelo