In un significativo traguardo legale, il Tribunale di Famiglia di Nagoya in Giappone, a maggio scorso, ha emesso una sentenza storica permettendo a un uomo di cambiare il proprio cognome con quello del suo partner dello stesso sesso nell’anagrafe familiare. Questa decisione segna un raro caso in una nazione in cui il matrimonio gay rimane non riconosciuto dalla legge, indicando un potenziale cambiamento nelle attitudini sociali nei confronti dei diritti LGBTQ+.
Il caso ruota attorno a Shoichi Takami (pseudonimo) e al suo partner, Toshimasa Ono (pseudonimo), entrambi trentenni e residenti nella prefettura di Aichi. Dopo aver notarizzato un contratto riguardante i loro beni in modo simile al matrimonio legale nel 2017, la coppia vive insieme e si prende cura di un figlio affidato dal 2023.
Nonostante il loro impegno duraturo, Takami e Ono hanno affrontato sfide sociali a causa dell’incapacità del Giappone di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Le coppie sposate in Giappone godono di vari benefici, tra cui i diritti di visita in ospedale e le questioni di beni immobili condivisi, ai quali non avevano accesso a causa dei loro cognomi diversi.
La lotta della coppia nel navigare le situazioni sociali, in cui spesso dovevano rivelare la propria orientazione sessuale a estranei, ha spinto Takami a presentare una petizione al tribunale di famiglia per un’udienza.
In base alla legge giapponese sull’anagrafe familiare, sebbene i matrimoni tra persone dello stesso sesso non siano riconosciuti, gli individui possono cambiare il proprio cognome in casi di circostanze inevitabili con il permesso di un tribunale di famiglia. Il Tribunale di Famiglia di Nagoya, in una sentenza emessa a marzo, ha ritenuto che la situazione di Takami e Ono fosse socialmente equivalente al matrimonio e ha riconosciuto le difficoltà che affrontavano nella loro vita quotidiana.
La decisione del tribunale di concedere il cambio di cognome si basava sul riconoscimento dell’impegno genuino della coppia e sulle sfide pratiche derivanti dai loro cognomi diversi. Considerando le loro circostanze come rientranti nelle “circostanze inevitabili” previste dalla legge sull’anagrafe familiare, il tribunale ha aperto la strada al riconoscimento legale delle relazioni tra persone dello stesso sesso in Giappone..
“Questa sentenza segna un passo verso il raggiungimento dell’uguaglianza per le coppie dello stesso sesso in Giappone”, ha commentato uno degli avvocati che rappresentava Takami e Ono. Sebbene l’uguaglianza matrimoniale completa rimanga un obiettivo essenziale ancora soggetto di dibattito, questa decisione è destinata ad alleviare alcuni dei disagi affrontati dalle coppie dello stesso sesso, in particolare per quanto riguarda l’uso di cognomi diversi.
La sentenza non è stata solo un trionfo legale, ma anche una testimonianza delle attitudini sociali in evoluzione nei confronti dei diritti LGBTQ+ in Giappone. Mentre la nazione affronta questioni di uguaglianza e inclusione, questa sentenza storica serve da faro di speranza per la comunità LGBTQ+, segnalando progressi verso una società più equa e accogliente.