ROMA (ITALPRESS) – Nel corso del 2022, secondo i dati di un report dell’Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 5,5% (+4,8% nel 2021), pari a un incremento di 64,8 miliardi. La consistente crescita dei prezzi ha, tuttavia, determinato una contrazione dell’1,6% del loro potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali (+3,2% nel 2021). La dinamica più sostenuta della spesa per consumi finali delle famiglie (+12,6%, +129 miliardi), rispetto al reddito disponibile ha generato una flessione della quota di reddito destinata al risparmio. La propensione al risparmio delle famiglie è, infatti, passata dal 13,8% del 2021 all’8,0% del 2022, riportandosi ai livelli del periodo antecedente la crisi. Nel 2022 il reddito primario delle famiglie è aumentato di 77,8 miliardi (+6,1%), ma con l’esaurirsi delle misure straordinarie attivate per fronteggiare la crisi pandemica, l’impatto delle operazioni di redistribuzione sul reddito delle famiglie sta progressivamente tornando ai livelli pre-crisi. Nel 2022, il saldo degli interventi redistributivi ha sottratto alle famiglie 100,9 miliardi, 13 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Le imposte correnti hanno registrato un aumento di 4,4 miliardi (+1,9% rispetto al 2021): la crescita del 4,0% dell’Irpef è stata in parte compensata dalla flessione delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (-40,1%). I contributi sociali versati dalle famiglie sono cresciuti nel complesso di 16,7 miliardi (+5,9%). Il valore aggiunto delle società non finanziarie, che nel 2021 era aumentato del 14,8% (+112,5 miliardi rispetto al 2020), ha segnato nel 2022 un’ulteriore crescita del 9,1% (+79 miliardi).
Nel corso del 2022 le società non finanziarie hanno beneficiato di importanti misure di sostegno all’attività produttiva: i contributi alla produzione sono aumenti del 101,6% (+13,7 miliardi rispetto al 2021) per effetto dei crediti d’imposta concessi dalle amministrazioni pubbliche per le spese energetiche. Il risultato lordo di gestione del settore, ossia il margine operativo, ha sperimentato un aumento del 12,8% (+19,2% nel 2021), registrando nel 2022 una dinamica più sostenuta di quella del valore aggiunto. Pertanto, il tasso di profitto, calcolato come rapporto fra risultato lordo di gestione e valore aggiunto, si è portato al 45,1% dal 43,6% dell’anno precedente.
E’ confermato il trend crescente degli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie, dopo il crollo del 2020. Nel 2022, gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 16,5% (+30,9 miliardi), consolidando la crescita del 13,7% (+22,4 miliardi) dell’anno precedente. La dinamica relativa di investimenti e valore aggiunto ha indotto un aumento del tasso di investimento che, salito al 22,9%, si è portato al livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie
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