Sanità, Remuzzi “Avviati verso privati e assicurazioni, ma è imbroglio”

MILANO (ITALPRESS) – “La salute del territorio è qualcosa che non è mai stata all’attenzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale”. E’ questa la conclusione alla quale è arrivato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, nel corso di un’intervista rilasciata all’Agenzia Stampa Italpress facendo un bilancio del Servizio Sanitario Nazionale nel corso dell’emergenza Covid. Durante la pandemia, “hanno funzionato molto bene gli ospedali e alcune cure intensive degli ospedali. Inoltre medici hanno imparato a riconvertirsi in medici capaci a fare assistenza respiratoria. Ad esempio i miei colleghi nefrologi, anche ragazzi giovani, sono diventati bravissimi nel farla e questa è una competenza molto preziosa che si porteranno dietro per tutta la vita”. D’altra parte “ha funzionato molto male il territorio: non siamo stati capaci di sfruttare la capacità illimitata dei ‘letti di casà. Ricorderete che durante il Covid tutti volevano andare in pronto soccorso e non c’era posto con infermieri distrutti dopo tre giorni di fila e che non dormivano di notte”, ha sottolineato Remuzzi spiegando che dove sono stati utilizzati i ‘letti di casà, ovvero medici e infermieri che vanno a casa dei pazienti, “i risultati sono stati straordinari. Il gruppo di persone con cui ho lavorato ha curato a casa 400 persone, ne ha ricoverato meno del 10% in ospedale e nessuno è morto. Tutto questo è mancato perchè mancava già da prima”. Per quanto riguarda il futuro della sanità nel nostro paese “adesso abbiamo una guida, il Pnrr Missione 6, e lì c’è scritto quello che noi dovremmo fare. Da quando è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo fatto un passo di grande civiltà e ci siamo messi ai vertici della buona sanità. Dopo un pò le cose hanno cominciato a deteriorarsi”. “Quello che è successo con il Pnrr è che noi abbiamo l’indicazione di cosa si dovrebbe fare per il territorio e per le case di comunità perchè è anacronistico pensare che i medici lavorino da soli – ha affermato Remuzzi -. Devono mettersi insieme in queste organizzazioni dove il malato trova tutto. Questo dove si fa, funziona”. Interpellato a proposito di una possibile riforma del Servizio Sanitario Nazionale, il dottor Remuzzi ha risposto che “non so quale sia la via. Abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale che è una cosa meravigliosa perchè toglie la preoccupazione dei soldi quando sei ammalato. Negli altri paesi, dove il servizio sanitario è affidato sostanzialmente ai privati e alle assicurazioni, questo non c’è. Noi però ci stiamo avviando verso quella strada lì”. “Quarant’anni fa, il direttore del New England Journal of Medicine diceva che per via degli interessi privati, degli ospedali e delle case di cura private, delle residenze di anziani che sono organizzazioni fatte allo scopo di guadagnare e remunerare gli azionisti, noi spendiamo già oggi 40 miliardi all’anno – ha spiegato -. Lui disse che è molto male perchè con così tanti soldi si arriva a condizionare in modo del tutto indebito le politiche di salute del nostro paese. Ed è esattamente quello che è successo negli Stati Uniti dove le persone hanno la grandissima preoccupazione dei soldi quando si ammalano”. “Bisogna avere i soldi o un buon lavoro per essere assicurati, ma poi non arriva dappertutto. Quindi il ragionamento ‘facciamo tutto con l’assicurazionè è un imbroglio. Noi abbiamo 5 milioni e 300mila poveri in Italia: questi non potranno mai assicurarsi”, ha puntualizzato. Alla domanda se l’Italia sia un modello di sanità pubblica o ci siano altri esempi nel mondo, il dottor Remuzzi ha dichiarato che “l’Inghilterra ha gli stessi nostri problemi: ha inventato il Servizio Sanitario Nazionale e lo sta perdendo per le stesse nostre ragioni. Il Portogallo ha un sistema sanitario molto centrato sul territorio e dove i medici di famiglia e di medicina generale lavorano insieme. Questo è un esempio molto bello. Non è un paese che spende molto in salute come noi, però i risultati sono molto incoraggianti”.(ITALPRESS).

Foto: Italpress

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