Nel campo della neurologia, un team di ricercatori giapponesi ha recentemente compiuto un passo epocale, aprendo nuove prospettive per il trattamento di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e la demenza a corpi di Lewy. La loro ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Neuron il 6 giugno, ha segnato la prima mondiale nella visualizzazione, o imaging, della proteina alpha-sinucleina nel cervello dei pazienti affetti da queste patologie.
Il morbo di Parkinson e la demenza a corpi di Lewy sono caratterizzati dall’accumulo di questa particolare proteina nelle cellule cerebrali, fenomeno ritenuto cruciale per lo sviluppo e la progressione delle malattie. Tuttavia, fino ad oggi, l’imaging della alpha-sinucleina all’interno del cervello rappresentava una sfida tecnologica significativa, limitando la comprensione delle patologie e lo sviluppo di terapie mirate.
Il team di ricerca, composto principalmente dal National Institutes for Quantum Science and Technology (QST) nella prefettura di Chiba, ha utilizzato la tomografia a emissione di positroni (PET) per sviluppare un agente medico in grado di legarsi specificamente alla alpha-sinucleina nel cervello umano. Questo approccio ha consentito loro non solo di visualizzare l’accumulo della proteina, ma anche di quantificarne la presenza in pazienti affetti da Parkinson, demenza a corpi di Lewy e individui sani di controllo.
Secondo Hironobu Endo, capo ricercatore di neurologia presso il QST, “Mentre il numero di pazienti affetti da Parkinson sta aumentando a causa dell’invecchiamento della società, non sono ancora stati sviluppati trattamenti radicali. Questo passo avanti ci permetterà di sfruttare le nostre scoperte per lo sviluppo di farmaci terapeutici e per comprendere meglio le condizioni delle malattie”.
Le immagini ottenute tramite PET hanno rivelato che i pazienti affetti da Parkinson e demenza a corpi di Lewy presentano un volume significativamente maggiore di alpha-sinucleina nel cervello rispetto ai soggetti sani. È stato inoltre confermato che livelli più elevati di questa proteina sono correlati a una maggiore gravità dei sintomi motori nelle persone affette.
Questo risultato non solo apre la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti mirati che potrebbero interferire con l’accumulo di alpha-sinucleina, ma anche a una migliore comprensione delle relazioni tra l’accumulo proteico e la gravità della condizione neurodegenerativa. La capacità di monitorare più precisamente l’andamento della malattia potrebbe migliorare significativamente l’efficacia dei trattamenti attuali e futuri.
La scoperta di poter visualizzare alpha-sinucleina nel cervello rappresenta un passo cruciale nella lotta contro il morbo di Parkinson e la demenza a corpi di Lewy. I risultati di questa ricerca promettono di avere un impatto significativo sulla diagnosi precoce, lo sviluppo di terapie innovative e, ultimamente, sulla qualità della vita dei pazienti affetti da queste gravi malattie neurologiche.