Un robot aiuta a diffondere gli insegnamenti buddisti in un tempio di Kyoto

Ispirato dalla convinzione di un prete che le pratiche buddiste dovrebbero evolversi, il bodhisattva della compassione e della misericordia si è manifestato come un robot in un tempio a Kyoto.

La versione androide del Kannon, noto anche come Kanjizai Bosatsu, ha recentemente parlato al pubblico del tempio Kodaiji nel quartiere di Higashiyama, con la speranza di condividere gli insegnamenti del Buddha.

Tra il pubblico c’era un monaco di un’altra setta buddista.

“Non immaginavo che una cosa del genere fosse possibile”, ha detto Eishin Masuda, 50 anni, residente a Nagoya che lavora sotto la scuola buddista Jodo, mentre pregava davanti al robot.

“Insegna le lezioni classiche, anche se l’espediente può sembrare strano”, ha detto. “L’idea è interessante perché in questo modo i templi possono raggiungere anche coloro che in precedenza non avevano curiosità verso il buddismo”.

Con un’altezza di 195 centimetri e un peso di 60 chilogrammi, l’umanoide, soprannominato Mindar, ha una faccia, spalle e mani in silicone che ricordano la pelle di una persona, sebbene il materiale non sia applicato ad altre parti del suo corpo metallico.

La faccia, le braccia e il busto del robot possono muoversi, permettendo a Kannon di battere le palpebre, per esempio. Ha un’ espressione gentile, con un sorriso che gli solleva gli angoli della bocca.

Kannon ha spiegato il Sutra del cuore per 25 minuti utilizzando il suo sistema di sintesi vocale mentre parlava a spettatori virtuali proiettati su un muro.

Sono stati i giovani sacerdoti della setta Kenninji della scuola Rinzai, a cui appartiene Kodaiji, ad aver deciso di cosa avrebbe parlato Kannon.

L’idea di Mindar è stata suggerita nel 2017 dopo che Tensho Goto, 75 anni, ex amministratore capo del tempio, ha parlato con lo scienziato robotico Hiroshi Ishiguro, professore all’Università di Osaka.

Goto ha chiesto a Ishiguro di “creare una statua buddista utilizzando la robotica”, una richiesta a cui lo scienziato ha subito risposto con interesse.

Goto credeva che il buddismo dovesse essere diffuso cambiando il modo e lo stile in cui vengono trasmessi i suoi insegnamenti, come accadde nelle fasi immediatamente successive al risveglio spirituale del Buddha, il suo fondatore, in India.

Le lezioni del Buddha furono inizialmente trasmesse oralmente e solo successivamente convertiti in testi.

Furono poi realizzati dipinti e rilievi in pietra. Queste rappresentazioni bidimensionali finirono poi per essere solidificate in statue.

Tali statue hanno reso più facile per il pubblico comprendere gli insegnamenti buddisti, aiutando un numero crescente di persone ad abbracciare la religione.

Goto, tuttavia, ha affermato che da allora si è fatto affidamento sulle statue buddiste per 2000 anni senza nessun cambiamento significativo.

“La tecnologia moderna è passata dalla stampa, a Internet e all’intelligenza artificiale”, ha detto Goto. “È giunto il momento che le statue buddiste parlino e guardino negli occhi le persone”.

Con questo obiettivo, il laboratorio di Ishiguro ha creato l’androide Mindar. Poiché si pensa che Kannon si trasformi in tutti i tipi di oggetti, la versione robotica di Kannon è stata messa in azione a Kodaiji nel 2019.

Miyuki Sakaguchi, 63 anni, che vive con la suocera di 98 anni, ha affermato di aver ascoltato le lezioni dell’umanoide in quasi 1.000 occasioni.

Sakaguchi ha condiviso il fatto che a volte prendersi cura di sua suocera le sembra una sfida troppo difficile, ma che gli insegnamenti di Mindar le hanno fornito degli utili consigli sulla vita.

“Riesco adesso ad abbracciare con serenità il fatto di stare invecchiando mano mano che il tempo passa”, ha affermato. “Ho imparato ad accettare me stessa sia quando sto facendo del mio meglio per prendermi cura di lei, sia quando non riesco a farlo.”

Akio Oyagi, 61 anni, impiegato di una compagnia nella prefettura di Hyogo, ha detto che durante la sua visita al tempio, la lezione di Mindar lo ha colpito come un fulmine.

“Mi sono reso conto di avere ancora molta strada da fare per maturare mentalmente sotto alcuni aspetti”, ha detto.

Oyagi ha notato che non era in grado di essere più flessibile sul posto di lavoro, finendo ad esempio per scaldarsi anche solo quando i dipendenti più giovani tentavano di discutere con lui.

“Gli insegnamenti erano più facili da capire, perciò potevo concentrarmi sull’ascoltarli seriamente”, ha affermato. “Mi sono sentito sollevato quando mi sono reso conto che potevo accettare le cose così come sono senza dovermi attaccare a ciascuna di esse.”

Goto spera che Mindar aiuti le persone a trovare la salvezza.

“Avere fede non significa credere in Buddha, ma perseguirlo come un ideale”, ha detto. “Spero che le persone ascolteranno Mindar spiegare concetti come il vuoto e la misericordia in modo che possano pregare per la felicità degli altri e raggiungere la propria pace psicologica”.

Curiosità: Il tempio Kodaiji fu fondato da Kita no Mandokoro (1548-1624), la vedova del signore della guerra Toyotomi Hideyoshi (1537-1598), per piangere il marito.

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